Senegal, Benin e Costa d’Avorio si erano già detti favorevoli all’intervento militare in Niger per ripristinare il governo.
La situazione è sempre più tesa in Niger, dove il golpe ha messo il Paese in subbuglio. Contro il colpo di Stato, dietro al quale potrebbe esserci la Russia e la Wagner, sono già pronti ad intervenire i governi di Senegal, Benin e Costa d’Avorio.
La lettera della Nigeria
Ieri la l’ex presidente del Niger Mohamed Bazoum, tenuto in ostaggio dei militari nel palazzo della capitale Niamey, è riuscito a scrivere al Washington Post per chiedere aiuto. Adesso è il presidente della Nigeria, Bola Tinubu, ha chiesto al Senato il suo sostegno all’intervento militare verso il Paese colpito.
Nella lettera Tinubu ha anche chiesto il blocco totale delle rotte marittime e aeree verso il Niger, inviando a Niamey una delegazione di alto livello per incontrare i rappresentanti della giunta. Tuttavia, la delegazione ripartita poco dopo senza aver incontrato il capo della giunta, Abdourahamane Tiani.
L’intervento militare in Niger
A poco più di 24 ore dalla scadenza dell’ultimatum imposto dalla Cedeao (Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale), appare sempre più reale l’ipotesi di un intervento militare in Niger. Nonostante le mediazioni diplomatiche, non sono stati ottenuti grandi risultati, motivo per cui i capi di Stato maggiore hanno continuato a definire l’operazione nei dettagli.
E’ prevista la mobilitazione di migliaia di soldati provenienti soprattutto da Senegal, Ghana, Benin e Nigeria. Le intenzioni erano state già annunciate nei giorni scorsi dai governi di Senegal, Benin e Costa d’Avorio, che si erano detti favorevoli ad un intervento militare per ripristinare il governo.
Stabilito contatto con la Wagner
“Secondo una fonte del ministero degli Esteri francese, è stato effettivamente stabilito un contatto tra la Wagner e la giunta nigerina rappresentata dal generale (Salifou) Mody durante la sua visita a Bamako, a conferma delle informazioni delle mie fonti in loco”, riferisce il giornalista Wassim Nasr di France 24.
Fonti recenti infatti avevano dichiarato che “l’ex capo di Stato maggiore Mody (attuale numero due della giunta golpista) si trova a Bamako per richiedere un rapido dispiegamento della Wagner a Niamey”.
Gli Usa sospendono programmi di assistenza al Paese
A seguito del golpe, gli Stati Uniti hanno sospeso alcuni programmi di assistenza destinati al governo. Washington comunque porterà avanti la fornitura di assistenza umanitaria e alimentare, nonché le attività del governo degli Usa in Niger, comprese le operazioni diplomatiche e di sicurezza per la protezione del personale statunitense.
Intanto il presidente Mohamed Bazoum ha dichiarato che il suo Paese è sotto attacco da parte di una giunta militare che sta tentando di rovesciare la democrazia. “Io sono soltanto uno di centinaia di cittadini che sono stati imprigionati arbitrariamente e illegalmente. Questo golpe, lanciato contro il mio governo da una fazione delle forze armate il 26 luglio, non ha alcuna giustificazione”, accusa il presidente chiedendo “agli Stati Uniti e alla comunità internazionale di aiutarci a ripristinare il nostro ordine costituzionale”.
“Se questo colpo di Stato avrà successo, le conseguenze saranno devastanti per il nostro Paese, per la nostra regione e per il mondo intero. (…) Gli Stati Uniti, l’Africa, l’Unione europea e la comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale si sono espressi in maniera forte e chiara: questo golpe deve finire, e la giunta deve liberare tutte le persone arrestate illegalmente”, ha aggiunto Bazoum.